La Citroen Dyane

Erede della sua antenata 2CV, fa nascere un nuovo modo di concepire le utilitarie, quello francese, completamente differente da quello italiano. Bertoni, autori di capolavori come la “DS” a meta degli anni 60′ da una rinfrescata a un progetto che susciterà interesse ancora per moltissimo tempo: un tocco di modernità che arriva dall’integrazione tra i progettisti Citroen e quelli di Phanard, azienda di Reims e specializzata in utilitarie. E’ proprio dalle mani di un ex-uomo della Phanard che scaturisce la ” Dyane” destinata a insediarsi tra la 2CV e la meno riuscita “Ami”.

La modernità di questa “nuova” auto arriva da tagli della carrozzeria più squadrati, da un pratico portellone posteriore che facilita le operazioni di carico dei bagagli e il trasporto di oggetti, da qualche dettaglio più curato. La tradizione rimane in tutto il resto nel look comunque retrò, nell’ essenzialità delle dotazioni e cioè nella filosofia costruttiva ispirata alla massima semplicità.

Si possono notare le linee più squadrate e spezzate dell’ auto rispetto alla sua antenata e il grande portellone posteriore.
Come detto in precedenza la differenza si nota al primo sguardo, a partire dal portellone posteriore più piccolo e le linee più morbide dall’auto.

LA STORIA:

Qualcuno la considerava solo la versione leggermente più moderna del suo predecessore, mentre per altri è stata una vettura geniale che è riuscita a ritagliarsi uno spazio importante nella storia dell’automobile indipendentemente dalla somiglianza con la sua antenata. Lo dimostrano per esempio le vendite che dalla sua prima apparizione nel 1967 fino alla sua uscita di scena negli anni 80′ ha fatto sempre la sua parte: circa un milione e mezzo di esemplari prodotti, molti dei quali possono, ancora oggi, essere visti girare per le strade di tutta Europa. Come la 2CV, si è sempre distinta per i suoi bassi consumi e per la sua affidabilità oltre che per la sua linea particolare rimasta per tutti i diciotto anni di produzione fedele all’originale nonostante dei piccoli ritocchi.

LA PRIMA SERIE:

La vettura, a primo impatto, appare come un 2CV più moderna. La somiglianza con l’antenata si nota soprattutto nella parte anteriore che mantiene i parafanghi esterni, il cofano bombato e i fari situati all’estremità dei passaruota, aggiungendo una calandra più ampia, al centro della qualle domina lo stemma della casa. Le fiancate, come già detto, sono scandite da varie scalfature, assenti sulla 2CV; la coda è la parte più innovativa per l’inserimento di un pratico portellone, sotto il quale sono situati i due gruppi ottici rettangolari e un sottile paraurti. Infine il tetto, come quello dell’antenata, presenta un’ampia capote in tela, che può essere aperta parzialmente o completamente.

Esteticamente parlando Dyane 4 e Dyane 6 non cambiano quasi per niente; forse qualche particolare, come la mascherina avanti al motore, prima in rete metallica e poi sostituita con una in plastica.

Quanto alla meccanica la Dyane, almeno all’inizio, non si distingue granché dalla 2CV: i primi esemplari, infatti, montano lo stesso propulsore della “petite voiture”, ovvero un semplice motore a due cilindri contrapposti con albero a camme centrale, comando ad aste e bilancieri e due valvole per cilindro. La cilindrata è di 425 cm3 , per una potenza di 21 CV erogati a 5500 giri/min. Questa prima versione dal gennaio 1968 assume la denominazione di Dyane 4 per differenziarsi da una nuova proposta, la Dyane 6, che in Italia verrà commercializzata con il nome di Dyanissima. Proprio quest’ultima viene provata da “Quattroruote” nel numero di luglio del 1968. Rispetto alla prima dyane la differenza è data dal motore: propulsore è un bicilindrico, ma deriva da quello della Ami 6, ha una cilindrata di 602 cm3 e potenza di 28 C. L’alimentazione è affidata a un carburatore invertito Solex 40 PCIS/3.

Motore Dyane 6.
Sito fonte della foto: CarBlogger.it
Motore Dyane 4
Sito fonte della foto: www.alamy.com

Anche il resto della meccanica viene mutuato dallo stesso modello: le sospensioni sono a quattro ruote indipendenti con bracci oscillanti, molle elicoidali e ammortizzatori idraulici. Particolare il sistema del braccio oscillante per ciascuna ruota, con due elementi longitudinali affiancati da un ammortizzatore idraulico, che collegano i due assali. Il tutto determina il tipico rollio del corpo vettura che, però, non incide negativamente sulla tenuta di strada. Più tradizionali i freni a tamburo sulle quattro ruote, che si dimostrano efficienti anche dopo un uso prolungato. La velocità massima riscontrata dalla rivista, 107 Km/h, è migliore rispetto aquella della prima versione, così come l’accelerazione. Molto bassi i consumi, che vanno da un minimo di 5,5 litri a un massimo di 8 litri per 100 Km, caratteristica che riduce notevolmente i costi d’esercizio della vettura.

NEI TEST:

Nel test di “Quattroruote” si riscontra una tenuta di strada molto buona e buone doto di abitabilità anche per quattro persone. Non convince invece, la strumentazione, troppo spartana, che prevede le sole presenze del tachimetro, del contachilometri, dell’indicatore del livello del carburante e delle spie di dinamo, luci e fari abbaglianti, il tutto raccolto in un piccolo quadro messo dietro al volante a due razze. Resta la particolare leva del cambio a “ombrello” collocata al centro della plancia, una soluzione che richiede un po’ di “apprendistato” a chi l’utilizza per la prima volta.

fonte della foto: Citroen Origins
Esempio che mostra la tenuta di strada grazie alle sospensioni.
Fonte della foto: Citroen Club

GLI ANNI SUCCESSIVI:

Nel 1978 Citroen decide di compire un passo ulteriore, ovvero potenziare il motore e affinare la meccanica della Dyane: ne nasce così una nuova versione che resterà nei listini francesi fino al 1984. Le modifiche principali venne fatte alla Dyanissima (la 6) che pur mantenendo la sua cilindrata da 602 cm3, arriva ad erogare una potenza di 35 cavalli grazie all’adozione di un carburatore doppio corpo. Inoltre, il modello previsto per il 1979, i freni anteriori a disco.

Colpiscono le dimensioni, che sono piuttosto notevoli per un’auto che resta sostanzialmente un’utilitaria:

Dimensioni citroen Dyane.
Sito fonte: 2CV Club Italia

LE VERSIONI SPECIALI:

Anche la Dyane, come la 2CV, può vantare una carriera agonistica per molti aspetti singolare. La loro struttura tecnica le ha rese perfettamente adatte agli impieghi più esasperati sui fondi a scarsa aderenza. I risultati sono sorprendenti anche per il pubblico chiamato ad assistere dapprima in Francia e poi nel resto d’ Europa a corse estremamente combattute e spettacolari. Disciplina che accomuna le due francesi è l’autocross, ovvero corse disputate su brevi tracciati di terra battuta pieni di gobbe e salti mozzafiato.

Esempio di gara autocross.
Fonte foto: Citroen Italia

LA MEHARI:

Una vettura dalle caratteristiche singolari. Presentata nel maggio 1968, nasce sulla base di un progetto elaborato nel 1967 sul telaio di una 2CV furgonata da un nobile francese titolare della SEAB, un’azienda che produce materiali sintetici. La base della vettura diventa però il telaio insieme al motore bicilindrico da 602 cm3 della già nota Dyane 6: un propulsore semplice, con albero a camme centrale, valvole in testa e distribuzione ad aste e bilancieri, capace di di erogare una potenza massima di 33 CV. Basta no per spingere un’auto che pesa SOLAMENTE 535 KG: il segreto di questo risultato è dato dall’impiego, per la carrozzeria, dell’ABS, un materiale plastico termoformato, leggerissimo e inattaccabile dalla ruggine ( cosa che renderà la vettura ideale per le località di mare), elastico al punto da saper riprendere da solo la forma originale anche in caso di piccoli urti.

LE VERSIONI COMMERCIALI:

L’ACADIANE:

Se la Dyane, negli anni, si dimostra un’auto ideale per le famiglie, le sue versioni commerciali diventano un importante mezzo da lavoro in Francia e in molti altri paesi. In particolare l’Acadiane presentata nel Marzo del 1978 in contemporanea con la nascita della terza serie della vettura, ottiene un buon successo di vendite: il piccolo furgone segue lo schema dei veicoli commerciali costruiti in precedenza sulla base della 2CV. Il cassone posteriore, che comprende una finestrella laterale, è lo stesso della 2CV Furgonetta, mentre il muso è quello della Dyane con i caratteristici fari inseriti in una cornice quadrata e cromata, la calandra centrale con lo stemma Citroen e il cofano bombato. Nonostante gli interni spartani, il mezzo si dimostra efficiente per la sua ottima capacità di carico: l’Acadiane, infatti, è in grado di trasportare nel suo cassone 400 Kg di merci, un traguardo di tutto rispetto ottenuto sfruttando al meglio il pianale della Dyane. Anche la meccanica è strettamente derivata da quella dell’auto d’origine: il motore è lo stesso bicilindrico da 602 cm3con potenza di 35 CV.

Acadiane prodotta dal 1978 al 1987.
fonte: NEWSAUTO.it

La “OASI”:

L’Acadiane, inoltre, rappresenta il punto di partenza per trasformazioni dedicate anche al tempo libero: è il caso del caratteristico camper “OASI”, progettato proprio sulla base dell’Acadiane e dedicato alle giovani coppie desiderose di vacanze “low budget”. La meccanica rimane quella della Dyane, cosa che ne fa un veicolo adatto anche a chi intende percorrere strade mediamente accidentate e raggiungere le località meno battute dal turismo di massa. Quello che non ci sta all’interno può andare sul tetto, dove è previsto un lungo portapacchi.

Fonte: automobilismodepoca.it
Acadyane Oasi del 1978, furgone trasformato a Camper
fonte: newsauto.it